Con questo lavoro di gruppo abbiamo cercato di far vedere come anche lo spazio in cui ci muoviamo tutti i giorni (per raggiungere l'università ad esempio) segua delle regole geometriche ben definite. Per questo abbiamo scelto di intervistare un grandissimo architetto per capire meglio le sue opere: GAUDI'.

Siamo emozionate di incontrarla personalmente e vorremmo farle alcune domande per conoscere meglio la sua vita e le sue opere:innanzitutto, ci dica, quando è nato e dove risiedono le sue origini?
Sono molto contento di rispondervi :
Io sono nato il 25 giugno del 1852 a Reus, Terragona, da Francisco Gaudì e Antonia Cornet i Beltran. Discendente di calderai, artigiani che riuscivano a vedere un oggetto tridimensionale da una lastra di metallo. È proprio a loro che attribuisco le mie capacità, la mia inventiva e fantasia.
Fin da piccolo ero attratto dai colori e dalla geometria e osservavo attentamente la natura e l'ambiente circostante: ammiravo il lavoro di mio padre e di mio nonno, artigiani del rame molto abili nei lavori manuali.
Ci parli della sua adolescenza, come è cresciuto il suo amore verso l’arte?
Seguendo le passioni dell’infanzia che mi erano state tramandate, la mia grande immaginazione e l'abilità nei calcoli, a 17 anni mi sono trasferito a Barcellona per studiare architettura. Ma come tutti gli artisti geniali ho sollevato molte critiche e diffidenze tra i miei professori, per il mio estro che già si iniziava a mostrare esuberante.
Come definirebbe la sua personalità di artista?
L'ambiente in cui ho vissuto è quello rurale catalano, ed questo che può avere influito sulla mia personalità di artista, come ha influito certamente la mia appartenenza ad una famiglia di artigiani sia da parte di padre che da parte di madre.
Sicuramente la mia vita è stata spesso spensierata ma anche piena di misteri, secondo alcuni.
Come sempre la biografia di personaggi come me può ispirare gli spiriti liberi e innovativi che vogliono ricreare con mano e genio umano le opere d' arte della natura.
Ci parli dei suoi primi lavori…
I miei primi lavori svegliarono l'interesse della borghesia catalana che subito confidò in me per portare a termine opere creative e singolari. Questo fu il caso dell'industriale Eusebi Güell che mi contattò per la costruzione di un palazzo, di una chiesa per una colonia industriale ed alcuni padiglioni per la sua residenza estiva.
Delle sue opere ci può raccontare qualcos’altro?
Quasi tutte le mie opere si trovano a Barcellona. I miei concittadini hanno visto prendere corpo dinanzi ai loro occhi costruzioni incredibili. La città era sbalordita e affascinata da tanta genialità e la stampa non faceva che parlare di me: Casa Càlvet, Casa Milá, Casa Battló, il Parco Güell e tante altre mirabili opere. Ma anche le riviste straniere erano interessate al “Modernismo catalano” (il corrispondente del Liberty) di cui io era la massima espressione. Gli imitatori del mio stile si sono moltiplicati, e così anche le opere dei miei collaboratori e allievi. Le autorità comunali però non mi assegnarono mai alcun premio o riconoscimento ufficiale.
Come mai utilizza il barocco nelle sue opere? Questo non dovrebbe appartenere alla cultura catalana…
È vero, il barocco, non appartiene certamente alla cultura catalana, ma ho cercato di sintetizzarlo in maniera moderna. Tuttavia è impossibile non vedere nella Sagrada Familia il tipico barocco spagnolo slanciatissimo in altezza, molto in uso nel 700 oltre che in Castilla e Andalusia, anche in Sicilia e Sudamerica e nella facciata della natività il tipico portale retablò churrigueresco, anch'esso in voga nel 700.Ci racconta il suo modo di vivere quotidiano?
Si è detto tanto sulle mie condizioni fisiche, sul mio modo di vivere. Addirittura si è detto che soltanto una persona che facesse uso di sostanze stupefacenti avrebbe potuto partorire tali mirabili risultati. Per questa teoria si è preso come spunto la forma di un padiglione del parco Guell assomigliante a un fungo allucinogeno. Si è anche spettegolato sulla mia condizione di "eterno single".
Dimenticavo di raccontarvi che mi sono interessato anche alle nuove teorie sociali e difese dei problemi dei lavoratori; non a caso il mio primo grosso progetto è stato un alloggio per operai. Da qui ho cominciato ad avvicinarmi alla religione e ai problemi dello spirito, ho praticato con fervore il cattolicesimo e vissuto con spartana sobrietà senza concedermi alcun lusso né cedere alla mondanità e al successo. La mia esistenza l’ho dedicata esclusivamente all’arte.
Consumando il mio tempo libero sui libri non ho potuto e non ho voluto lasciare spazio alla mia vita privata. Questa totale dedizione all’arte ha prodotto gli esempi di architettura più originali e fantasiosi: edifici, costruzioni e progetti con forme fantastiche, impreziosite da laboriosi lavori in ferro battuto o in legno, e colorate da rivestimenti in mosaico di maioliche come è nella tradizione artigianale della Catalogna.
Abbiamo sentito parlare di una richiesta di beatificazione nei suoi confronti, ce ne parli…
L'idea è nata nel 1992, in occasione del 140 anniversario della mia nascita, quando si costituì a Barcellona l'associazione che due anni dopo avrebbe consegnato all'arcivescovo della città tutta la documentazione necessaria. Ebbene, nel 1998, l'arcivescovo di Barcellona, Ricard Maria Carles, ha appoggiato in pieno l'iniziativa, ed ora si è in attesa delle prove che attestino la liberazione dal pericolo o la guarigione di qualcuno da parte mia.
Ma alcuni si chiedono, perchè è stata proposta la mia beatificazione? La risposta sta nella stessa mia volontà, che nelle mie opere ho sempre manifestato, cioè il desiderio di essere "l'architetto di Dio". Considero la natura un'architettura divina e ritengo di poter fungere da intermediario architettonico fra Dio e gli uomini. Quando mi chiedono da dove traggo le mie forme io rispondo: Dalla natura traggo le forme architettoniche. Ciò che è in natura è funzionale, e ciò che è funzionale è bello......Vedete quell'albero? Lui è il mio maestro.
GRAZIE